L’istruzione a San Paolo: una questione di sensibilità!
Ieri, insieme agli altri rappresentanti dei genitori al Consiglio di Istituto, ho avuto modo di vedere lo stato della nostra scuola a San Paolo.
Al di là della lista di cose che non vanno e che andrebbero messe a posto per garantire un ambiente sereno e proficuo per i nostri figli volevo fissare alcune considerazioni.
La maggior parte delle questioni aperte, a meno di alcuni problemi che affliggono il fabbricato dove è ospitata la scuola secondaria (le medie), sono delle minuzie, facilmente risolvibili ma che nell’insieme causano la continua lamentela da parte di tutte le componenti scolastiche compresi genitori, alunni, professori, personale di supporto, amministrativi e dirigenza e comune.
L’impressione generale è che ogni componente della scuola ha a cuore i problemi ma non va oltre il proprio orticello.

Aggiungiamoci pure che la comunicazione di quello che accade è sempre filtrata dal proprio modo di vedere e abbiamo il risultato: DISINTERESSE.
Disinteresse per la situazione altrui, disinteresse nel prendersi un impegno, disinteresse nel prendersi una responsabilità, poiché tutto è in buona fede ma viene messo in discussione dal primo cretino che, non mettendoci le mani, non può arrogarsene il merito.
Abbiamo quindi una percezione del corpo docente che non è adeguato al livello di istruzione a cui i nostri figli dovrebbero arrivare, mentre i genitori sono percepiti come il primo nemico dell’istruzione poiché sostengono a spada tratta i propri figli piuttosto che accettare talune volte che il proprio pargolo non è uno stinco di santo o un luminare di scienza.
Non nascondiamoci dietro a un dito
Ci sono famiglie a San Paolo che anno per anno valutano di iscrivere e poi iscrivono i propri figli alle scuole medie di un altro paese.
Come ci sono genitori che di fronte all’atto vandalico del proprio pargolo vogliono le prove, da portare in tribunale, che sia stato il principino altrimenti tutto finisce lì. La scuola si tiene il danno, con grande disagio di tutti.
Dovremmo farci tutti un’esame di coscienza (se ce ne rimasta una) e chiederci cosa farne di tutto ciò.
La via che nessuno vuole imboccare
Personalmente debbo ringraziare alcuni fornitori (non faccio i nomi, loro sanno chi sono) che nel fare il loro lavoro non si limitano a rispettare i capitolati ma ci mettono del proprio e ce ne mettono tanto di più perché hanno la sensibilità di capire che la scuola riguarda tutti, dal bambino all’adulto, uomini e donne, giovani e anziani.
Non lo fanno perché vogliono essere ammirati o ringraziati.
Lo fanno perché è la cosa giusta da fare.
Ricordiamocelo quando ci dicono che il nostro principino è andato tirare le pietre alle finestre della scuola, non pensiamo che non ne sia capace, non valutiamo come uno stroXXo che ce lo sta dicendo (una volta lo ringraziavamo perché ci aiutava ad educare i nostri figli, come noi sorvegliavamo e riferivamo il comportamento dei loro).
Quando torna chiediamogli spiegazioni, non giustifichiamolo e non insegniamogli a non farsi beccare.
Diamo l’esempio, siamo prima noi stessi buoni cittadini…
E ricordiamoci noi professori (mi ci metto anche io, non che abbia particolari qualifiche ma per non fare il noi contro loro – non porta a nulla un atteggiamento di scontro) che abbiamo un compito importante che è quello di formare le menti della società.
Se insegno una materia e vengo a sapere che i miei alunni mi temono e odiano la mia materia non dovrei pensare che sono tutti stupidi e si meritano voti bassi e continui rimproveri, talvolta dovrei pensare che parte del problema sono io e che devo cambiare o migliorare qualcosa in quello che faccio.
Se qualcuno scrive apertamente in un blog che c’è gente che non vuole iscrivere i figli alla scuola dove insegno dovrei chiedermi se sono parte del problema e non disinteressarmene come faccio sempre, tanto a me lo stipendio arriva sempre.
Questa è la strada che nessuno vuole percorrere
Non si tratta di buona volontà, sono certo che ognuno messo nella condizione di fare bene fa meglio di quanto non faccia normalmente.
Si tratta di responsabilità
Nessuno vuole prendersene nemmeno un po’.
- Lo stabile è del comune se la deve vedere il comune;
- Le porte rotte e le lampadine fulminate fanno parte dell’ordinaria manutenzione ed è in carico alla cassa della scuola,
- Il cesso rotto del bullo è causato dalla mancata sorveglianza dei professori non è colpa mia genitore che ho cresciuto un animale,
- Abbassare il livello di studio per non applicare il protocolla DSA ad un alunno che ne ha bisogno è normale mica posso dire al genitore che ha il figlio che ha bisogno di sostegno!
E’ sempre colpa degli altri!
Chi fa il primo passo? Chi oltre alla buona volontà si prende la responsabilità per cambiare la tendenza?
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